AD Italia - L’artista francese Michel Rosenfelder presenta a Cesena “Bellezze inaspettate”, un progetto espositivo visibile fino al 31 gennaio e che coinvolge tre diverse location: la Chiesa settecentesca di San Zenone, le sale di Vicolo Interior Design e la Chiesa di Santa Cristina.
«Ciò che mi motiva è trovare una certa estetica dove nessuno se lo aspetta». In queste parole, semplici e lucide, è contenuta la chiave d’interpretazione dell’opera di Michel Rosenfelder (1969), artista francese presente a Cesena fino al 31 gennaiocon l’intervento site specific “Bellezze inaspettate”, un progetto espositivo curato da Marisa Zattini che coinvolge tre diverse location: la Chiesa settecentesca di San Zenone, con l’installazione “Abbattere i muri” – poi nelle sale di Vicolo Interior Design – e la Chiesa di Santa Cristina, edificio progettato da Giuseppe Valadier in cui saranno visibili le immagini della serie “Gli spettri nascosti”. I soggetti preferiti da Rosenfelder sono angoli di mondo che sfuggono all’attenzione dei passanti, angoli dimenticati e carichi di storia minima, sprazzi informali che attendono lo sguardo disincantato dell’artista per rivelarsi e ritornare in vita.
«Il muro chiude… io lo apro», afferma l’artista, con un passato di prestigio nel mondo della moda (per vent’anni nella Maison Kendo). Il lavoro metodico e implacabile del tempo distrugge e ricrea inconsapevolmente gli scenari che Rosenfelder cattura con il suo obiettivo fotografico. I 19 scatti in mostra, tutti realizzati senza ritocchi né filtri e sviluppati con la tecnica Lambda, sono la testimonianza di una mutazione in atto, il tentativo di cristallizzare in un’immagine il ripetersi fatale delle stagioni. Fra le superfici sbrecciate l’invisibile diventa autentica forma, sostanza e colore, in continuo dialogo con lo spettatore. “Bellezze inaspettate” è solo la prima tappa di un viaggio che nella primavera del 2021 vedrà Michel Rosenfelder a Napoli, prima di approdare a Venezia con un progetto originale concepito per la Biennale di Architettura.
Sonia S. Braga
INTERNI - Un evocativo intervento site specific di Michel Rosenfelder disegna un percorso in tre tappe nel centro storico di Cesena. Un viaggio urbano – materico, simbolico e spirituale – che pone in dialogo fotografia contemporanea, classicismo barocco e architettura
L'intervento site specific di Michel Rosenfelder disegna un inedito viaggio urbano nel centro storico di Cesena. Un percorso in tre tappe dell'artista e fotografo francese, curate dall’architetto e art director Marisa Zattini, crea un affascinante dialogo fra fotografia contemporanea, classicismo barocco e architettura.
Bellezze inaspettate perché inaspettati sono i luoghi che ospitano i lavori di Rosenfelder: la settecentesca Chiesa San Zenone, con l’installazione della serie Abbattere i muri, ripresa nelle sale dello spazio Il Vicolo Interior Design di Augusto Pompili e la Chiesa Santa Cristina, in cui sono allestite le tavole del capitolo Gli spettri nascosti.
Bellezze inaspettate sono i muri, focus del lavoro di Michel Rosenfelder e il magnetismo che prova nel contemplarli a lungo durante i suoi viaggi, per poi catturarlo nei suoi lavori. Un’attrazione fisica, spirituale e simbolica. Il suo indugiare sulla materia erosa e maltrattata dal tempo, i rivestimenti screpolati, le superfici fatiscenti, le patine sedimentate e le facciate di luoghi abbandonati sono il soggetto che ridefinisce visioni al limite del visibile, immagini talvolta figurative, spesso astratte ma capaci di restituire l’essenza del paesaggio urbano, instaurando un dialogo intenso con lo spettatore, dandogli la possibilità di essere attraversato da uno sguardo altro, che si rivela solo se lo si vuole veramente cogliere. Si tratta di una risposta al ‘muro d'incomprensione’ che Rosenfelder ha talora trovato lungo il suo percorso. Ed è attorno a questo concetto che si muove Bellezze inaspettate.
Un intervento che immerge le opere in una scenografia ideata dallo stesso Rosenfelder, volta a ridisegnare lo spazio fisico e temporale delle tre diverse location: 19 opere fotografiche, tutte realizzate con una macchina numerica Canon EOS e sviluppate con la tecnica di impressione a laser senza inchiostro (Lambda) per riprodurre la classica stampa in camera oscura, con la possibilità di ottenerle in grandi dimensioni e da qui poi applicarle su supporto Dibond. In ogni scatto non c’è alcun filtro, né ritocco; solo in fase di stampa, si è valorizzata tutta la bellezza della materia.
Gli spettri nascosti raccoglie nella Chiesa Santa Cristina, edificio del 1816disegnato dall'architetto Giuseppe Valadier sul modello del Pantheon, 14 operedell'artista e fotografo francese. Il mistero evocato dall'installazione viene assimilato nelle irregolarità delle superfici dei muri: forme simboliche che attirano magneticamente lo sguardo dell’artista. L’immagine e il silenzio del luogo definiscono nuove visioni, oltre i limiti del visibile, come se l'opacità e i segreti degli antichi muri si dissolvessero, intrecciandosi in dilatate compresenze. Un'opera della memoria che, tra fotografia astratta e figurativa, rievoca i tragici momenti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando 200 persone si rifugiarono nella cripta sottostante. I muri sono i testimoni della storia e la presenza a volte è ancora palpabile.
Abbattere i muri, collocata nella Chiesa di San Zenone, è composta da cinque tavolein cui Michel Rosenfelder si sofferma sulla materia erosa, sedimentata e vissuta, traducendola in linfa espressiva. Ogni fatiscenza, ogni screpolatura, si mitizza al di là della superficie reale; le patine del tempo così come le rovine urbane si raddensano e il loro significato più nascosto emerge nella sua più autentica identità sacrale, instaurando un dialogo intenso con lo spettatore. Si tratta, in fondo, di una risposta al ‘muro d’incomprensione’ che l’artista ha esperito lungo il suo percorso.
Negli spazi de Il Vicolo Interior Design sono esposte le stesse 5 tavole, in un diverso contesto e di differente formato.
LA REPUBLICA BOLOGNA - Si articola in tre tappe la mostra fotografica di Michel Rosenfelder "Bellezze inaspettate" allestita a Cesena, con una ventina di stampe presso la galleria Il Vicolo, e due installazioni, create appositamente per le chiese di San Zenone e Santa Cristina. L'artista propone una riflessione articolata sul concetto di superficie partendo dal fatto che in questi suoi scatti riprende unicamente dei muri a distanza ravvicinata. Muri come pelle, come materia cangiante e quasi pittorica. Muri che mostrano la loro imperfezione, il loro sgretolarsi, la loro fisicità mutevole. E il muro oggi come non mai potrebbe diventare oggetto di riflessioni sociali, politiche, culturali, filosofiche. Elemento di separazione e di protezione. Elemento che cela e divide. Ma nelle fotografie di Rosenfelder l'identità si riassume in una superficie astratta dove a colpire sono le variazioni di colore, le concretezza e l'evanescenza della materia. "Il fascino che provo per le mura che contemplo a lungo nel corso dei miei viaggi, delle mie peregrinazioni è di ordine fisico, spirituale e simbolico", spiega l'artista.
"Rosenfelder ritrae muri, non solo perché interessato all'uomo, ma soprattutto perché affascinato dalla materia del tempo e dalla memoria che riferiscono "delle cose e dell'uomo" - scrive di lui in catalogo Stefania Rössl -. Le sue immagini parlano del tempo rivelandone l'intrinseca presenza. Così, nella realtà apparente che si fissa fotograficamente all'interno delle sue immagini, si distinguono volti, figure, icone che sembrano voler sublimare l'epifania del sedimento trasportato dal tempo".
Classe 1969, Michel Rosenfelder ha lavorato a lungo nel campo della moda, entrando nel 1992 nella Maison Kenzo, ma accompagnando i suoi viaggi di lavoro da reportage che si soffermavano sui dettagli più minuti delle città.
Mostra aperta dal 12 dicembre fino al 31 gennaio. Orario: in galleria 9-12.30/15.30-19.30. Nelle altre sedi, dal giovedì alla domenica 15-19.
ARTE - «Il fascino che provo per le mura che contemplo a lungo nel corso dei miei viaggi, delle mie peregrinazioni è di ordine fisico, spirituale e simbolico» Michel RosenfelderBellezze inaspettate di Michel Rosenfelder è un intervento site specific, visibile a Cesena da sabato 12 dicembre 2020 a domenica 31 gennaio 2021, è un inedito viaggio urbano nel centro storico della città romagnola. Un percorso in tre tappe dell'artista e fotografo francese, curate dall’architetto-Art Director Marisa Zattini, per creare un dialogo fra fotografia contemporanea, classicismo barocco e architettura.Bellezze inaspettate perché inaspettati sono i luoghi che ospitano i lavori di Rosenfelder: la settecentesca Chiesa San Zenone, con l’installazione della serie “Abbattere i muri” che sarà ripresa nelle sale de IL VICOLO Interior Design – diretto dall’architetto Augusto Pompili - e la Chiesa Santa Cristina, in cui saranno allestite le tavole del capitolo “Gli spettri nascosti”.Bellezze inaspettate sono i muri, focus del lavoro di Michel Rosenfelder e il magnetismo che prova nel contemplarli a lungo durante i suoi viaggi, per poi catturarlo nei suoi lavori. Un’attrazione di ordine fisico, spirituale e simbolico. Il suo indugiare sulla materia erosa e maltrattata dal tempo, i rivestimenti screpolati, le superfici, le patine e le facciate di luoghi abbandonati sono il soggetto che ridefinisce visioni al limite del visibile, immagini talvolta figurative, spesso astratte ma capaci di restituire l’essenza del paesaggio urbano, instaurando un dialogo intenso con lo spettatore, dandogli la possibilità di essere attraversato da una visione - uno sguardo altro - che si rivela solo se lo si vuole veramente cogliere. Si tratta di una risposta al "muro d'incomprensione" che Rosenfelder ha talora trovato lungo il suo percorso. Ed è attorno a questo concetto che si muove Bellezze inaspettate.Un intervento che immerge le opere in una scenografia ideata dallo stesso Rosenfelder volta a ridisegnare lo spazio fisico e temporale delle tre diverse location, 19 opere fotografiche, tutte realizzate con una macchina numerica Canon EOS e sviluppate con la tecnica di impressione a laser senza inchiostro (Lambda) per riprodurre la classica stampa in camera oscura, con la possibilità di ottenerle in grandi dimensioni e da qui poi applicarle su supporto Dibond. In ogni scatto non c’è alcun filtro, né ritocco. Solo in fase di stampa, si è valorizzata, fino ad esplodere, tutta la bellezza della materia. L’intervento cesenate rappresenta il primo step di un percorso italiano che nel 2021 vedrà Michel Rosenfelder a Napoli, in primavera, con una reinterpretazione site specific dell’esperienza cesenate e, successivamente, a Venezia con un progetto ad hoc, in occasione della Biennale di Architettura.
AREA - Bellezze inaspettate di Michel Rosenfelder è un intervento site specific, visibile a Cesena fino a domenica 31 gennaio 2021, un inedito viaggio urbano nel centro storico della città romagnola. Un percorso in tre tappe dell'artista e fotografo francese, curate dall’architetto e Art Director Marisa Zattini, per creare un dialogo fra fotografia contemporanea, classicismo barocco e architettura.Bellezze inaspettate perché inaspettati sono i luoghi che ospitano i lavori di Rosenfelder: la settecentesca Chiesa San Zenone, con l’installazione della serie “Abbattere i muri” che sarà ripresa nelle sale de IL VICOLO Interior Design - diretto dall’arch. Augusto Pompili - e la Chiesa Santa Cristina, in cui saranno allestite le tavole del capitolo “Gli spettri nascosti”.
Bellezze inaspettate sono i muri, focus del lavoro di Michel Rosenfelder e il magnetismo che prova nel contemplarli a lungo durante i suoi viaggi, per poi catturarlo nei suoi lavori. Un’attrazione di ordine fisico, spirituale e simbolico. Il suo indugiare sulla materia erosa e maltrattata dal tempo, i rivestimenti screpolati, le superfici, le patine e le facciate di luoghi abbandonati sono il soggetto che ridefinisce visioni al limite del visibile, immagini talvolta figurative, spesso astratte ma capaci di restituire l’essenza del paesaggio urbano, instaurando un dialogo intenso con lo spettatore, dandogli la possibilità di essere attraversato da una visione - uno sguardo altro - che si rivela solo se lo si vuole veramente cogliere. Si tratta di una risposta al "muro d'incomprensione" che Rosenfelder ha talora trovato lungo il suo percorso. Ed è attorno a questo concetto che si muove Bellezze inaspettate.Un intervento che immerge le opere in una scenografia ideata dallo stesso Michel Rosenfelder volta a ridisegnare lo spazio fisico e temporale delle tre diverse location, 19 opere fotografiche, tutte realizzate con una macchina numerica Canon EOS e sviluppate con la tecnica di impressione a laser senza inchiostro (Lambda) per riprodurre la classica stampa in camera oscura, con la possibilità di ottenerle in grandi dimensioni e da qui poi applicarle su supporto Dibond. In ogni scatto non c’è alcun filtro, né ritocco. Solo in fase di stampa, si è valorizzata, fino a esplodere, tutta la bellezza della materia. L’intervento cesenate rappresenta il primo step di un percorso italiano che nel 2021 vedrà Michel Rosenfelder a Napoli, in primavera, con una reinterpretazione site specific dell’esperienza cesenate e, successivamente, a Venezia con un progetto ad hoc, in occasione della Biennale di Architettura.
ARCHIPORTALE - 08/01/2021 - L'intervento site specific Bellezze inaspettate di Michel Rosenfelder visibile a Cesena da sabato 12 dicembre 2020 a domenica 31 gennaio 2021 è un inedito viaggio urbano nel centro storico della città romagnola. Un percorso in tre tappe dell'artista e fotografo francese, curate dall’architetto-Art Director Marisa Zattini, per creare un dialogo fra fotografia contemporanea, classicismo barocco e architettura.Bellezze inaspettate perché inaspettati sono i luoghi che ospitano i lavori di Rosenfelder: la settecentesca Chiesa San Zenone, con l’installazione della serie “Abbattere i muri” che sarà ripresa nelle sale de IL VICOLO Interior Design – diretto dall’architetto Augusto Pompili - e la Chiesa Santa Cristina, in cui saranno allestite le tavole del capitolo “Gli spettri nascosti”.Bellezze inaspettate sono i muri, focus del lavoro di Michel Rosenfelder e il magnetismo che prova nel contemplarli a lungo durante i suoi viaggi, per poi catturarlo nei suoi lavori. Un’attrazione di ordine fisico, spirituale e simbolico. Il suo indugiare sulla materia erosa e maltrattata dal tempo, i rivestimenti screpolati, le superfici, le patine e le facciate di luoghi abbandonati sono il soggetto che ridefinisce visioni al limite del visibile, immagini talvolta figurative, spesso astratte ma capaci di restituire l’essenza del paesaggio urbano, instaurando un dialogo intenso con lo spettatore, dandogli la possibilità di essere attraversato da una visione - uno sguardo altro - che si rivela solo se lo si vuole veramente cogliere. Si tratta di una risposta al "muro d'incomprensione" che Rosenfelder ha talora trovato lungo il suo percorso. Ed è attorno a questo concetto che si muove Bellezze inaspettate.Un intervento che immerge le opere in una scenografia ideata dallo stesso Rosenfelder volta a ridisegnare lo spazio fisico e temporale delle tre diverse location, 19 opere fotografiche, tutte realizzate con una macchina numerica Canon EOS e sviluppate con la tecnica di impressione a laser senza inchiostro (Lambda) per riprodurre la classica stampa in camera oscura, con la possibilità di ottenerle in grandi dimensioni e da qui poi applicarle su supporto Dibond. In ogni scatto non c’è alcun filtro, né ritocco. Solo in fase di stampa, si è valorizzata, fino ad esplodere, tutta la bellezza della materia.L’intervento cesenate rappresenta il primo step di un percorso italiano che nel 2021 vedrà Michel Rosenfelder a Napoli, in primavera, con una reinterpretazione site specific dell’esperienza cesenate e, successivamente, a Venezia con un progetto ad hoc, in occasione della Biennale di Architettura.
John DoeCEO
GRAPHIE - MURI SENZA...
Riflessioni sulle fotografie di Michel Rosenfelder.
Parlando dell’uomo si può e si deve parlare anche di muri! Da quando ci è noto nella forma più evoluta di sapiens, tirare su qualcosa che lo proteggesse da pericoli esterni è stata un’esigenza ricorrente oltre che un ottimo indicatore del livello di progresso tecnologico di volta in volta raggiunto. Ed è fin troppo evidente che per l’uomo costruirsi un elemento a difesa della propria incolumità fisica, presto abbia coinciso con la custodia di un insieme di valori condivisi con altri uomini, con la preservazione di un’idea di società. Ma per chi voglia affrontare l’argomento da un punto di vista più squisitamente storico, politico e sociologico, rimando volentieri a un’amplissima bibliografia esistente in merito. Qui mi limito a segnalare un paio di titoli, ‘Stati murati, sovranità in declino’ della filosofa statunitense Wendy Brown e ‘Muri. Un’altra storia fatta dagli uomini’ dello storico francese Claude Quétel.
Però un muro, da semplice strumento di protezione, può diventare palcoscenico creativo ed espressivo, fonte d’ispirazione per l’arte e attraverso l’arte connotarsi di significati che alcuna scienza o filosofia, per quanto erudita, potrebbe mai cogliere. Un muro, sotto tale veste sarà elemento di unione piuttosto che di divisione, potrà farsi persino luogo di sperimentazione. Allora diventa decisivo lo sguardo, sì, sempre lui, lo sguardo, ovvero quell’abilità misteriosa che hanno gli artisti di vedere al di là delle convenzioni (il muro è certamente una convenzione) la natura profonda delle cose, la loro essenza più intima, catturandone aspetti non immediatamente visibili a occhio nudo. Siamo qui al livello dell’umano che si fa strumento di conoscenza per trasgredire i limiti che gli sono assegnati biologicamente. Lo sguardo vale come un esercizio particolare dell’occhio in grado di focalizzare il dettaglio, la cifra misteriosa di un segno, la sua corrispondenza diretta con l’universo. E servono anche l’immaginazione e la fiducia che tutto questo possa tradursi in una versione modificata, integrata, quindi impreziosita della realtà.
Fra tutte le forme di espressione, la fotografia occupa un posto speciale, certamente privilegiato per trattenere la consistenza di una visione altrimenti destinata all’evanescenza. E lo fa nella maniera che le è propria, la registrazione permanente su di un supporto delle interazioni tra luce e materia. Se applicata alla rappresentazione di un muro, la sua specificità emerge in tutta evidenza. Perchè la fotografia tratta questa superficie al pari di un corpo vivo, di uno scorcio di natura, non la abbellisce, non la decora, non la riempie come invece farebbe un moderno affresco o uno stencil, semplicemente ne fissa l’esistente senza altri interventi, certificando con uno scatto, che un laterizio di pietra o mattoni ha delle stagioni, un proprio carattere, una propria identità, e che già questo è sufficiente per farne un soggetto da ritrarre. Soltanto la fotografia e il cinema, riescono in questo rigoroso esercizio di forma coincidente con sostanza dell’immagine. Ci ha provato certa pittura iperrealista senza ottenere gli stessi risultati, perchè anche in quel caso ha prevalso l’interpretazione della realtà rispetto alla ricerca della sua natura intrinseca. Persino Leonardo, genio rinascimentale, maestro nell’invenzione, suggeriva di andare talvolta a vedere vecchi muri e guardarli finchè si avesse la visione di un quadro, come a intenderne la carica indipendente e fortemente evocativa.
Michel Rosenfelder sembra aderire a questa lettura dell’esistente, con una serie di scatti fotografici aventi per focus proprio i muri, il cui spazio non più soltanto euclideo, diventa luogo dove per incanto affiora il non ancora detto, il non ancora visto nelle sue più variegate sfaccettature. In effetti il fotografo francese non piega mai l’immagine in suo favore, non la carica di significati simbolici, evita accuratamente l’autoreferenzialità, piuttosto con l’inquadratura scelta, rafforza l’attenzione prestata sul particolare. In questo meccanismo selettivo, non si assiste tanto alla volontà di circoscrivere in maniera artefatta una porzione di realtà, quanto invece al potenziamento della cura su di un dettaglio che non nega il tutto ma lo esalta come ne fosse una formula. Al termine di questo processo, a essere cambiato sarà il livello di attenzione su ciò che costituisce la fotografia finale, non la coscienza dell’intera immagine scattata all’inizio e dalla quale poi è estrapolata. Gesto artistico di indubbia matrice concettuale, che fa decisamente leva sull’architettura formale di ciò che viene elevato al rango di immagine. Perchè se è vero che nessun intervento viene effettuato sullo spazio del muro, nessuna pulitura della sua superficie, nessuna aggiunta segnica o sottrazione materica preliminare allo scatto, nessuna manipolazione in fase di sviluppo, molto viene invece deciso a livello intellettuale sulla sezione che poi ne costituirà l’opera definitiva. Ma anche in questo caso non vi è alcuna imposizione preconcetta. Le immagini ottenute, volutamente prive di un retropensiero, sono rarefatte e per altri versi magmatiche, così da portare immediatamente a un altro piano della ricerca di Rosenfelder, consistente sì, in un mondo circoscritto consegnato al fruitore, ma tale da consentirgli di rinvenire in ciascuna di quelle sezioni, l’habitat entro cui organizzare una narrazione ideale sulla base delle proprie sensibilità. E’ emotivamente sorprendente, quasi struggente, constatare come da un muro, espressione di possenza quando non di vera e propria cesura spaziale, possano estrarsi tanti universi per loro definizione aperti, e che questo meccanismo virtuoso venga appena sollecitato dall’artista ma portato a compimento da quanti vorranno calarvisi con lo sguardo. Mentre l’artista non avrà affatto la sensazione di perdere i punti cardinali della sua ricerca, ma al contrario di esserne rimasto fedele avendo volontariamente consegnato ad altri la bussola per muoversi liberamente al suo interno.
Secondo Derrida, esiste un modo di vedere che può essere tradotto in segno e ha a che fare in parte con la vista e in parte con il gesto. Pur se riferito dal filoso all’azione del disegnare e alle sue diverse implicazioni di ordine estetico, questo concetto, liberamente interpretato, qui può intendersi come una relazione funzionale in fotografia, tra il gesto eminentemente tecnico dello scatto e l’osservazione a occhio nudo. Questi due fattori si fonderanno poi in un’unica risoluzione visiva entro il rapporto sinergico fotografo/fruitore dell’immagine alla maniera auspicata da Rosenfelder, quale avveramento di un’organizzazione più ampia e complessa del guardare. Dunque il gesto come modalità dello sguardo esperito su più piani, come processo creativo, come arte applicata. E di quest’ultima, è utile dare conto di alcune note informative. Per il ciclo di opere esposto a Cesena a cura degli architetti Marisa Zattini e Augusto Pompili, presso la loro Galleria ‘Il Vicolo’ e la Chiesa di San Zenone, Michel Rosenfelder ha utilizzato una macchina numerica Canon EOS, collocata su tripode per una migliore definizione. La fase di sviluppo effettuata con impressione a laser senza inchiostro, denominata Lambda, riproduce la stampa classica in camera oscura, offrendo la possibilità di riprodurre in grandi dimensioni. Le foto sono infine applicate su supporto Dibond, piastra in alluminio particolarmente resistente. Scelte meditate, studiate a tavolino, quelle del fotografo francese, e adesso sembrano profetiche le parole che scrisse secoli fa il poeta inglese Andrew Marvell tanto caro proprio a Derrida: ‘Aprite dunque, occhi miei, la vostra doppia chiusa/ ed esercitate così il vostro nobile officio/ poiché altri possono ugualmente vedere o dormire/ ma solo gli occhi umani possono piangere.’
Una considerazione finale. Con le fotografie di Michel Rosenfelder assistiamo alla magia che solo l’arte ci può dare. Laddove le congetture si arrestano di fronte a un dato che non ha una spiegazione logica, l’arte trova la forza e il coraggio di spingersi oltre il razionale senza il timore dell’inadeguatezza. Se i muri sollevano problemi di ordine etico, politico, giuridico, in arte sono proprio i muri a essere sollevati dalla loro sede, come piante che vengono estirpate avendo esaurito il loro ciclo vitale. Con la differenza che qui nessuno vuole abbattere e quindi eliminare ciò che qualcuno ha costruito, anche se per dare sfogo ai peggiori istinti umani. A Berlino, a distanza di tempo dai fatti del 1989 qualcuno si è infatti chiesto se sia stato giusto farlo. Perchè la storia continua a procedere indipendentemente dal venir meno dei suoi simboli positivi e negativi, avanzando di generazione in generazione attraverso l’esperienza e l’elaborazione di un pensiero conseguente. Michel non indaga colpe o virtù ancestrali dell’uomo, ne ricerca invece le forze inespresse, così i suoi muri diventano i nostri muri senza, senza barriere, senza perimetri, senza confini, senza frontiere, senza fondamenta, come piattaforme celesti entro cui l’umanità possa sempre muovere in direzione del sapere.
Domenico settevendemie
Domenico Settenvendemie
« A Life, A look » est sûrement une de mes rubriques préférées car elle me permet de vous présenter plus en détail, des individus avec de multiples talents et passions. Des personnalités qui me ressemblent, qui me touchent plus particulièrement et que je nomme « individus couteau suisse »…
Quand l’on m’a parlé de Michel Rosenfelder et de son travail de photographe, je me suis jetée sur mon clavier afin de « google-iser » l’individu et là que ne fut pas ma surprise en découvrant son travail !!!!
Les neurones un peu perdus je me retrouvais face à des…peintures /// Enfin ce que je croyais être des peintures car en fait, là est tout le Génie du Monsieur…
C’est donc avec empressement que je prends rendez vous avec lui afin de faire une interview.
Pour être honnête quand je l’ai vu j’ai oublié les photos, les peintures, les peintures-photos et je suis arrivée tout sourire car l’homme est …Awesome, charming, bref craquant !!!
Mais bon je suis une pro donc je me comporte en pro « mode interview »:
Bien qu’attiré par une formation de Designer, Michel Rosenfelder suit finalement en 1990 une voie généraliste en Commerce International, et il intègre la Maison Kenzo en 1992.
Il participe au développement de l’Homme pendant 20 ans, occupant successivement les postes d’Attaché Commercial, Chef de Produit, Directeur de Collection, Directeur de Style et Vice Président.
Il poursuit, par ailleurs, ses activités dans les métiers de la mode et du luxe en tant que consultant, mais se consacre aujourd’hui à sa vraie passion, la photographie.
Durant dix ans, il collabore étroitement avec Roy Krejberg, Directeur Artistique sur l’Homme, et ce dernier lui apportera cette nécessité d’avoir un œil sélectif sur les choses, cette rigueur et cette cohérence que l’on retrouve dans son travail de photographe.
De ses 5 années de collaboration avec Antonio Marras, autre Directeur Artistique de la Maison, il retiendra cette capacité à faire du très beau avec presque rien, tel un génial bricoleur artistique, ce dernier va le libérer de cet acte créatif parfois oppressant.
Ainsi, c’est lors de ses nombreux voyages que ses premiers clichés de surfaces verront le jour en 2008 et 2012 sera la vraie naissance du projet « Les peintures du temps ».
Il se prend vite au jeu des colorations, des dégradés, des matières, et patines sur les murs qu’ils croisent au grès des ses déambulations internationales.
De ses textures et motifs cachés que l’on peut interpréter en fonction de son ressenti du moment, il en ressort un travail visuel, pictural à l’émotion brute.
C’est cette accumulation de visuels, ce jeu de collection qui fait de ce travail un vrai projet, un concept photographique et pour ma part une vraie découverte.
On sent l’empreinte de la mode, l’amour du textile et du détail dans l’œil de Michel Rosenfelder .
Ces photos sont puissantes, subtiles, abstraites et violemment sensibles…On en envie de les posséder, de les mettre sur nos murs ou de les imprimer sur un de nos vêtements fétiches!
VERDICT: Définitivement « Guilty of talent »…
Murielle Bourdette-Menaut
www.abeas-corpus.com
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